La mastoplastica additiva è tra le operazioni di chirurgia estetica più praticate e più richieste. Per questa ragione informarsi e scegliere le protesi migliori per la propria fisionomia e personalità, è una questione di notevole importanza. Protesi a goccia o rotonde? Quale fa al caso vostro?
Come scegliere le protesi?
Un bel seno è da sempre sinonimo di femminilità. Un seno alto, sodo e pieno, è fonte di ammirazione e di benessere. Sono tante le donne che vogliono rimediare al proprio disagio tramite interventi di mastoplastica additiva, sempre più mirati ed efficaci. Le cause di insoddisfazione sono varie, in quanto possono dipendere sia da fattori prettamente fisici che da disagi di natura psicologica.
Un buon medico, attraverso colloqui preliminari all’intervento, aiuterà la paziente a scegliere la forma migliore e quindi più adatta, e sarà eloquente riguardo alla durata delle protesi e alla possibilità:
-di rottura
-di sostituzione
-di garanzia delle protesi mammaria
Per ogni tipo di problema, di ‘gusto’ e di conformazione, esiste una specifica operazione. E’ confortante sapere che sottomettersi a questi tipi di interventi, non comporterà problemi durante l’allattamento.
Protesi rotonda o a goccia? Qual è la protesi migliore?
Chiariamo subito problematiche e dubbi comuni, nonché false credenze.
1°Le protesi rotonde non hanno sempre un aspetto più ‘artificiale’ rispetto all’anatomico
2° L’aspetto a ‘palla’, non dipende dalla forma delle protesi, ma bensì da:
- Scarsa copertura cutanea, intesa come eccessiva magrezza
- Scelta di protesi troppo grandi e sproporzionate alla propria corporatura
- Posizionamento superficiale delle protesi, ovvero sotto-ghiandolare e non sotto-muscolare
Ad ogni persona, infatti, corrisponde una protesi adatta, e questo verrà deciso dal medico e dalla paziente, dopo un approfondito incontro. In principio esistevano solo protesi mammarie rotonde, poi successivamente sono apparse quelle anatomiche dette anche a goccia per via della loro forma, che trovano il loro punto di massima proiezione verso il basso, distante dal centro.
Perché nascono le protesi anatomiche? La loro nascita ha origine dal bisogno di potere dare un aspetto ottimale, a tutte quelle pazienti in possesso di determinati ‘disagi’ fisici, quali:
- Presenza di ptosi mammaria, che determina un seno piuttosto ‘sceso’
- Mammella ipo-sviluppata, che comporta una vicinanza eccessiva del solco mammaria al capezzolo
- Perdita della forma del seno, in seguito a un possibile allattamento o eccessivo dimagrimento
Quanto durano le protesi? Quali sono i casi di rottura più frequenti?
Occorre fare una distinzione tra la durata delle protesi in silicone, con involucro liscio, della generazione precedente, e quelle in gel di silicone altamente coesivo, degli ultimi anni.
In effetti, nel 1° caso, il tempo di sostituzione delle protesi erano più frequenti, intorno ai 7 e i 15 anni. Questo perché il silicone, nel corso degli anni, poteva trasudare fuori dall’involucro senza necessariamente provocare danni o rotture. Nel 2° caso, per le protesi con gel coesivo, i tempi non sono del tutto stimabili anche se le aziende produttrici dei suddetti impianti, garantiscono un periodo che va dai 10 ai 15 anni, (nel senso che in questo periodo, la paziente può appellarsi alla ditta, per qualsiasi problematica). Si precisa, oltretutto, che le protesi di nuova generazione, non richiedono necessariamente la sostituzione
Grazie alla protesi in gel, i casi di rottura diminuiscono sempre di più e sono sempre più limitati a veri e propri traumi fisici, dovuti a grave impatto o compressione. In base al materiale utilizzato per le protesi, la rottura si determina in diverso modo:
- Le protesi con soluzione salina, messe in circolazione verso gli anni ’70 in seguito alla ‘denuncia del silicone’ ritenuto materiale tossico, hanno uno sgonfiamento immediato e subito visibile
- Le protesi di silicone tradizionali impiegano del tempo notevole prima di sgonfiarsi
- Le protesi in gel coesivo non saranno soggette a rottura, perché il gel è piuttosto solido
Ed infine… le protesi possono scoppiare in aereo?
Le storie di protesi scoppiate in aereo sono diventate delle vere e proprie leggende metropolitane. Una protesi può essere sottoposta a pressioni considerevoli ed essere ‘maltrattata’ più volte, senza che questa scoppi. In quest’articolo si è già trattato dei motivi di rottura più frequenti, e si è sottolineato come questi possano dipendere da traumi fisici in seguito a bruschi incidenti. Per tranquillizzare il pubblico femminile, si può ulteriormente precisare che:
- La pressione dell’aero si mantiene costante e poco elevata; essa, infatti, arriva ad una pressione pari a quella stimata ai 1500 metri di altezza, ed è sottoposta a sbalzi piuttosto modesti e limitati anche durante le fasi di decollo e di atterraggio
- Le protesi mammarie, arrivano solitamente al chirurgo proprio tramite via aerea, in una stiva non pressurizzata.
Quindi, per concludere
Grazie alle protesi di nuova generazione, la paziente potrà sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva, con una consapevolezza maggiore del risultato finale. Apprendendo che la migliore scelta è data dalla qualità del materiale e dello staff medico, ora la cliente sa che tutto dipende dalla sua conformazione di origine. Il dubbio, quindi, tra una protesi rotonda e quella a goccia, può essere risolto solo rivolgendosi ad un bravo chirurgo.